Pietro Apiano, Astronomicum caesareum 1540

Giulietta: Oh, non giurare per la luna, per l’incostante luna
che cambia faccia ogni mese. Non giurare.

William Shakespeare, Romeo e Giulietta, 1596

La Luna è l’oggetto celeste più vicino a noi, e per gli antichi era come un ponte tra il corruttibile mondo terrestre e l’eterna perfezione del cielo. Da sempre ci affascina con la sua mutevolezza, a cui la tradizione popolare attribuisce le responsabilità più diverse. L’Astronomicum caesareum di Pietro Apiano è l’equivalente, nel mondo dei libri di astronomia, di una Ferrari o di un attico sulla Quinta Strada: lusso allo stato puro. Disegnato per l’imperatore Carlo V e per suo fratello Federico richiese all’autore otto anni di lavoro. Interamente colorato a mano è pieno di ingegnosi meccanismi, talvolta costituiti anche da sei strati di carta sovrapposti, che permettono di calcolare le posizioni dei pianeti e di ottenere una varietà impressionante di dati astronomici. Oltre che un libro era, all’epoca, una specie di preziosa macchina calcolatrice.

Pietro Apiano
Astronomicum caesareum, 1540

Apianus, Petrus
Astronomicum caesareum
Ingolstadii, in aedibus nostri, 1540
60 c. : ill. ; fol
Biblioteca Nazionale Braidense, Milano