Nel 1609 Galilei volse per la prima volta il cannocchiale al cielo. Scoprì i satelliti di Giove, risolse in migliaia di stelle l’apparente biancore della Via Lattea ed osservò nei particolari la superficie della Luna.
I disegni della Luna ebbero un impatto straordinario sul lettore del XVII secolo. A chi sosteneva che gli oggetti del cielo – al contrario di quanto appartiene alla Terra – fossero perfetti e incorruttibili, le mappe di Galilei opposero l’evidenza di un mondo del tutto simile al nostro, fatto di luci ed ombre, di montagne, mari, valli e crateri.
Il Sidereus Nuncius, che raccoglie il risultato di quelle notti osservative, spalancò le porte ad una nuova era della scienza.
Galileo Galilei
Sidereus nuncius, 1610
Sidereus nuncius magna, longeque admiralia spectacula pandens, suspiciendaque proponens vnicuique, praesertim vero philosophis, atque astronomis, quae a Galileo Galileo patritio Florentino … nuper a se reperti beneficio sunt obseruata in lunae facie, fixis innumeris, Lacteo Circulo, stellis nebulosis, apprime vero in quatuor planetis circa Iouis stellam disparibus interuallis, atque periodis, celeritate mirabili circumuolutis; … atque Medicea sidera nuncupandos decreuit
Venetijs : apud Thomam Baglionum, 1610
1-16, [2], 17-28 c., ill. ; 4°
Biblioteca dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera