La misura del tempo è parte integrante degli studi astronomici, e gli astronomi fin dall’antichità erano esperti in tal campo. Per questo spesso gli osservatori astronomici erano stati incaricati dai governi di fornire un servizio di ora esatta. La meridiana del Duomo di Milano, costruita dagli astronomi di Brera su incarico del governo austriaco nel 1786 ne è un esempio.
L’Osservatorio di Brera ha assolto a questo compito fino a quasi i giorni nostri: le ultime trasmissioni di ora esatta risalgono alla fine degli anni Sessanta del ‘900, quando gli orologi atomici fornirono un metodo più conveniente e più preciso rispetto alla misura dei transiti stellari.
Il ruolo dell’Osservatorio di Brera nella distribuzione del segnale orario nel ‘900 è ben documentato sui mezzi di informazione dell’epoca: un cinegiornale dell’Istituto Luce del 1940 spiega come veniva misurata e trasmessa l’ora esatta. Il sistema presentato nel filmato si basa sull’apparecchiatura acquistata per risolvere il problema della scarsa precisione degli orologi pubblici di Milano. Infatti, benché gli orologi elettrici nel primo dopoguerra fossero sincronizzati con i pendoli dell’Osservatorio, il metodo di trasmissione del segnale tra l’Osservatorio e il Comune (una chiamata telefonica) non era molto affidabile, e i giornali dell’epoca riportano che spesso il sistema indicava un’ora errata.
Per risolvere la situazione, nel 1921 il senatore Senatore Borletti (no, non è un errore di stampa!), proprietario sia di una fabbrica di orologi, sia dei grandi magazzini “La Rinascente”, finanziò l’acquisto di un pendolo di precisione installato e controllato direttamente dall’Osservatorio Astronomico. Attraverso un collegamento diretto con una sirena posta sopra i tetti del palazzo della Rinascente in piazza del Duomo, il pendolo dava il segnale del mezzogiorno udibile in tutta la città.
La determinazione dell’ora esatta veniva fatta usando gli strumenti dei passaggi, telescopi dotati di un micrometro per misurare il momento del passaggio di una stella al meridiano locale, esattamente in direzione sud, dove essa raggiunge il suo punto di massima altezza sull’orizzonte. Al passaggio della stella, l’operatore azionava il tasto di un cronografo, cioè di uno strumento simile a un ricevitore telegrafico che registrava su una striscia di carta l’istante del passaggio, di fianco alle tacche dei secondi battuti da un pendolo: la misurazione dello sfasamento tra le due tracce permetteva di determinare la correzione da applicare all’orologio. L’Osservatorio di Brera forniva l’ora esatta anche alla compagnia nazionale di trasmissioni radiofoniche (EIAR), che diffondeva il segnale orario nel corso delle trasmissioni radiofoniche e televisive a tutta l’Italia.
Le apparecchiature per la distribuzione del tempo furono distrutte dal bombardamento che colpì il Palazzo di Brera la notte tra il 7 e l’8 agosto 1943. In seguito la stazione del tempo fu ricostruita con apparecchiature più moderne nel 1957, in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale, e Brera continuò a fornire l’ora esatta, questa volta alla compagnia telefonica SIP e all’ATM. Le misure di transiti stellari a Brera furono poi interrotte nel 1969. Oggi la definizione del tempo si basa su orologi atomici, e non è più compito degli Osservatori Astronomici.
Video dell’archivio dell’Istituto Luce Cinecittà: Milano, la determinazione dell’ora esatta nell’Osservatorio di Brera
Testo Cristina Zangelmi, con la consulenza di Mario Carpino e Ginevra Trinchieri
Alcune informazioni estratte dal libro L’Osservatorio Astronomico di Brera nel XX secolo