Lo sapevi che… le osservazioni meteorologiche sono state per molti secoli compito degli osservatori astronomici?

stazione meteorologica
La stazione meteorologica sulla terrazza dell’Osservatorio Astronomico di Brera

Nella storia della maggior parte degli osservatori astronomici si possono trovare accenni alla raccolta di dati meteorologici, se non addirittura intere serie di osservazioni, anche perché una certa conoscenza delle condizioni meteorologiche locali è essenziale per lo svolgimento delle osservazioni astronomiche (ad esempio per il calcolo dell’angolo di rifrazione atmosferica).

Le osservazioni meteorologiche iniziarono a Brera già nel 1763, prima ancora che fosse iniziata la costruzione della Specola astronomica. L’Osservatorio se ne è occupato con continuità fino al 2004, cioè fino a quando è stato possibile gestire direttamente il progetto. Le pochissime interruzioni sono spesso legate a episodi di rilevanza storica, quali le 5 giornate di Milano (“Principio della rivoluzione che liberò l’Italia dalla straniera dominazione”, come recita una nota del 18 marzo 1848), o al cambio degli strumenti, per adeguarsi alle nuove tecnologie a disposizione. Tuttora le terrazze di Brera ospitano strumenti meteorologici, anche se non più sotto la gestione diretta dell’Osservatorio. Le serie di osservazioni di Brera sono quindi tra le più lunghe e complete in Italia.

Le osservazioni prevedevano inizialmente la rilevazione giornaliera di temperatura e pressione e quella mensile della quantità di precipitazioni. Sotto la direzione di Francesco Carlini (1832-1862), fu riorganizzato il sistema di misurazioni e migliorata la precisione degli strumenti esistenti. Con l’aggiunta di nuovi strumenti si cominciò a rilevare anche stato del cielo, l’umidità, e in seguito anche velocità e direzione del vento.

Nel 1835 Carlini fece posizionare gli strumenti  in una gabbia di legno che sporgeva da una finestra dei locali dell’Osservatorio (la gabbia è stata poi sostituita 85 anni dopo da una struttura analoga ancora visibile nella posizione originaria). Gli strumenti rimasero in quella posizione fino agli anni ‘80 del secolo scorso, salvo una breve parentesi nell’Orto Botanico di Brera. Negli ultimi decenni la stazione fu poi spostata sulle terrazze dell’Osservatorio.

Un periodo particolarmente importante per la meteorologia a livello internazionale coincise per Brera con la direzione di Schiaparelli (1862-1900). In quei decenni iniziò a svilupparsi la rete di stazioni meteorologiche che oggi è estesa a tutto il mondo, imponendo così la necessità, almeno all’interno di una stessa nazione, di uniformare i metodi di rilevamento dei dati. In Italia c’erano diverse istituzioni che si occupavano di raccogliere questi dati: il Ministero dell’Agricoltura, con l’Ufficio Meteorico-Statistico; la Regia Marina, con il Servizio Meteorologico-Telegrafico, noto anche con il nome di Ufficio Presagi; e il Ministero dei Lavori Pubblici, con il Servizio Pluviometrico per l’Idrografia Fluviale.

I singoli osservatori erano fondamentali per le osservazioni, anche se spesso le richieste dei Ministeri diventavano così pressanti da portare via tempo prezioso alle osservazioni astronomiche. Lo stesso Schiaparelli, che si era fatto promotore del rinnovamento della postazione meteorologica di Brera, iniziò a irritarsi per la mancanza, da parte del governo, di un aiuto economico o una dotazione di strumenti registratori affidabili per un lavoro “che consuma metà delle nostre forze senza alcuna nostra soddisfazione, e senza che ci sia dato di far bene ciò che facciamo”.(*)

(*) Schiaparelli G. V., Sullo stato del R. Osservatorio Astronomico di Brera in Milano e sui lavori in esso eseguiti durante l’anno 1874. Relazione al Ministero della Pubblica Istruzione, 1875

Testo di  Cristina Zangelmi, con la consulenza di Mario Carpino e Ginevra Trinchieri

Alcune informazioni estratte dal libro L’Osservatorio Astronomico di Brera nel XX secolo