Lo sapevi che… l’inquinamento luminoso era già un problema per gli astronomi dell’Ottocento?

Veduta notturna dalle terrazze dell'Osservatorio Astronomico di Brera
Panoramica notturna ripresa dalle terrazze sopra il tetto dell’Osservatorio Astronomico di Brera a Milano.

Certo è che la città, in mezzo alla quale la Specola si trova, si estende rapidamente da tutte le parti: il fumo del carbone rende l’atmosfera sempre più opaca, e l’abuso della luce elettrica comincia a toglier molto dell’oscurità della notte.

Con queste parole, contenute in una cronaca dell’Osservatorio di Brera del 1893, Schiaparelli descriveva le difficoltà osservative nella zona di Brera, dovute al crescere dell’inquinamento dell’aria, e a quello che oggi chiamiamo inquinamento luminoso.

Se la situazione era già difficile all’epoca, possiamo solo immaginare come sia peggiorata nei decenni successivi.

Una delle maggiori spinte per la ricerca di una nuova sede osservativa derivò proprio dal deterioramento delle condizioni osservative nel quartiere di Brera. I nuovi campi di ricerca, basati sulla spettroscopia, diventavano sempre più importanti nel panorama astrofisico mondiale e richiedevano nuovi strumenti. Così, negli anni 20, il direttore dell’Osservatorio Emilio Bianchi acquistò una villa con parco a Merate, in provincia di Lecco, dove negli anni successivi si sviluppò la nuova sede osservativa. Lì venne installato il telescopio riflettore Zeiss da 102 cm, dotato di uno spettrografo, a cui seguirono altri strumenti, tra cui il telescopio Merz-Repsold da 49 cm usato da Schiaparelli a Brera (ora al Museo Nazionale di Scienza e tecnologia di Milano).

La qualità del nuovo sito osservativo durò poco: già dagli anni ‘60 l’urbanizzazione della Brianza rese la vita difficile anche agli astronomi di Merate.

La situazione precipitò nell’estate del 1990, quando una discoteca di Calusco d’Adda, a pochi chilometri dall’Osservatorio, accese un faro rotante che impediva agli astronomi qualunque tipo di osservazione. Dopo una lunga battaglia legale, l’Osservatorio riuscì a ottenere lo spegnimento del faro, dimostrando che la sua presenza peggiorava sensibilmente la qualità delle osservazioni e delle misure fatte con i telescopi.

L’inquinamento luminoso è oggi una problematica molto discussa, tanto che sono state promulgate leggi apposite per contrastarlo. Tra di esse ricordiamo la Legge Regionale N. 17 del 27 Marzo 2000, “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”, che si deve anche all’impegno degli astronomi di Brera e Merate.

Ma non è un problema solo per gli astronomi, che sono costretti a cercare luoghi sempre più isolati e remoti per costruire i telescopi ottici. La luce artificiale notturna è infatti un fattore di stress che altera i ritmi biologici di numerose specie animali, in particolare quelle che sono attive di notte, e danneggia anche le piante e l’uomo. Ma questa è un’altra storia.

Testo di Cristina Zangelmi, con la consulenza di Mario carpino e Ginevra Trinchieri

Alcuni testi tratti dal libro L’Osservatorio Astronomico di Brera nel XX secolo e dal blog Di pane e di stelle dell’Osservatorio Astronomico di Brera

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