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Giuseppe Megele (1740-1816)

Galleria degli strumenti del Museo Astronomico di Brera: orologi a pendolo di Megele e di Riefler.

Quando nel 1773 la Compagnia di Gesù fu sciolta da papa Clemente XIV, l’Osservatorio Astronomico di Brera, che era stato fondato nel 1762-65 dai Gesuiti e da essi gestito fino a quell’anno, passò sotto le dipendenze dirette del governo austriaco, che allora dominava sulla Lombardia e su Milano. In quell’occasione Joseph (Giuseppe) Megele (pron. Meghéle) venne trasferito da Vienna a Milano perché sovrintendesse all’officina meccanica dell’Osservatorio: un provvedimento che testimonia della grande considerazione in cui il governo teneva l’istituto. Joseph Megele era un fratello laico Gesuita e aveva lavorato all’Osservatorio Astronomico di Vienna sotto la guida di Joseph Liesganig; era considerato un grande esperto nella costruzione di strumenti scientifici di precisione, soprattutto nel campo dell’orologeria. Di fatto sono opera sua la maggior parte delle apparecchiature (telescopi, quadranti, orologi) entrate in uso all’Osservatorio di Brera fino all’anno della sua morte, nel 1816; di sua mano ad esempio è l’orologio a pendolo compensato in temperatura, costruito nel 1798, che rimase per più di un secolo uno dei più precisi orologi in dotazione all’Osservatorio; oppure gli strumenti di misura che sono stati usati nella campagna geodetica per la preparazione della carta del Milanese e del Mantovano del 1798.

I “macchinisti” o “meccanici”, come erano chiamati allora, avevano un rapporto particolare con l’istituto in cui prestavano servizio, a metà strada tra dipendenti e liberi professionisti. Ricevevano uno stipendio elevato, spesso maggiore di quello degli astronomi, ma con esso dovevano pagarsi anche le attrezzature dell’officina e gli stipendi dei propri assistenti. Avevano inoltre l’obbligo di addestrare un apprendista in modo che, al proprio pensionamento, gli potesse succedere nell’incarico. In compenso avevano la possibilità di aumentare le proprie entrate accettando commesse da parte di terzi, lavorandovi nel tempo che rimaneva loro dopo aver assolto agli obblighi verso l’Osservatorio; in questo modo l’officina di Brera divenne un punto di riferimento anche per la città di Milano e la sua nascente industria. Ad esempio fu Megele a costruire (nel 1778) l’orologio a scatto che si trova alla sommità del palcoscenico del Teatro alla Scala.

Con Megele inizia la successione dei macchinisti dell’Osservatorio di Brera, che si configura come una vera e propria scuola di tecnologia, e che continuerà ininterrotta (con Carlo e Francesco Grindel, Carlo dell’Acqua, Giuseppe Kohlschitter, Leonardo e Carlo Milani) fino ai primi decenni del XX secolo.